Cinema
Mostra del Cinema di Venezia: Kim Novak premiata con il Leone d’Oro alla carriera
La Mostra del Cinema rende omaggio all’attrice di Hitchcock, che a 92 anni riceve il Leone d’oro e invita a non dimenticare i valori delle democrazie.

Il pubblico della Mostra del Cinema di Venezia ha accolto Kim Novak con un tributo che resterà impresso nella storia della rassegna. L’attrice statunitense, icona di Hollywood e protagonista indimenticabile di ‘La donna che visse due volte‘ di Alfred Hitchcock, ha ricevuto il Leone d’oro alla carriera all’età di 92 anni. L’omaggio, suggellato da otto intensi minuti di applausi, è stato accompagnato dalle parole di gratitudine e di speranza pronunciate dall’artista, che ha invitato a non dimenticare i valori della libertà, dei diritti e della verità.
Un discorso che guarda al futuro
Nel ricevere il riconoscimento dalle mani del presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco, Novak ha scelto di condividere con il pubblico una riflessione profonda sul ruolo dell’arte e dell’individuo nella società.
«Io sono voi e voi siete me. Io vi amo e voi mi amate», ha esordito, prima di sottolineare l’importanza di difendere le democrazie, ricordando i sacrifici di chi ha perso la vita in nome dell’onestà e dell’autenticità. L’attrice ha invitato a “fare tutto il possibile per salvare le nostre democrazie”, un appello che ha emozionato la platea e ribadito il suo impegno civile.
A rendere ancora più intenso l’omaggio è stato l’omaggio di Guillermo del Toro, che ha celebrato la carriera e l’eredità artistica di Novak. Al Lido è stato inoltre presentato ‘Kim Novak’s Vertigo’, documentario di Alexandre Philippe che esplora la figura dell’attrice e il suo legame con il capolavoro hitchcockiano.

Kim Novak (Crediti: Film La Donna che visse due volte)
Dagli inizi difficili alla ribalta internazionale
Nata a Chicago nel 1933 da genitori cechi, con il nome di Marilyn Pauline Novak, l’attrice ha dovuto affrontare una adolescenza abbastanza complicata. Hollywood tentò più volte di cambiarla: il cognome giudicato troppo duro, il nome troppo simile a quello di Marilyn Monroe, il fisico da modificare per aderire ai canoni imposti dagli studios. Nonostante queste pressioni, Novak seppe mantenere una propria indipendenza, trasformando la sua fragilità in forza. Collaborò con registi del calibro di Billy Wilder e Otto Preminger, ma fu con Hitchcock che raggiunse la consacrazione definitiva.
L’eredità di una leggenda
Oggi, il Leone d’oro alla carriera non è soltanto un riconoscimento artistico, ma anche il simbolo di una vita vissuta tra conquiste, sfide e coraggio. Kim Novak, che ha scelto la via della discrezione ma non del silenzio, continua a ispirare con la sua autenticità e la sua forza. La sua voce, ferma e appassionata, ricorda al pubblico che l’arte non è soltanto intrattenimento, ma anche un mezzo per ribadire i valori che fondano la nostra società.