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Cinema

LA FABBRICA DEI SOGNI di Chiara Sani. Brad Pitt soffre di prosopagnosia

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Prad Pitt

In una lunga e toccante intervista rilasciata al mensile ‘GQ’, Brad Pitt si è aperto sui suoi problemi legati alle dipendenze ed al senso di solitudine profonda che lo affligge da sempre e che non è mai andato via.

Inoltre ha rivelato di soffrire di prosopagnosia, cioè l’incapacità di riconoscere i volti delle persone: “Nessuno mi crede, voglio conoscere un altro che ne soffre”.

Di questa sua patologia ne aveva già parlato in una intervista del 2013 e in un’altra su ‘Esquire’ del 2020. Oggi ne parla in modo diretto nell’ambito di una intervista per ‘GQ’, spiegando cosa comporti soffrirne e soprattutto non essere preso sul serio da chi lo circonda. Si tratta di un deficit cognitivo-percettivo, che rende chi ne è affetto incapace di riconoscere i volti familiari, arrivando addirittura a non riconoscere il proprio volto allo specchio o in una foto.

In Italia se ne era parlato per via di Luciano De Crescenzo, che aveva dichiarato di soffrire di prosopagnosia, a causa della quale aveva cominciato a ridurre le sue apparizioni pubbliche.

Brad Pitt ha anche parlato della sua lotta contro le dipendenze da alcol e da nicotina:

“Non ho la capacità di fumarne solo una o due al giorno. Non fa parte del mio modo di essere. Per me o tutto o niente. Mi butto a capofitto nelle cose. Ho perso i miei privilegi”.

Riguardo alla dipendenza dall’alcol, è riuscito ad affrontarla grazie ad un duro lavoro su sé stesso, trascorrendo un anno e mezzo agli Alcolismi Anonimi:

“Avevo un gruppo maschile molto bello lì, molto riservato e selettivo, quindi era un ambiente sicuro perché avevo sentito esperienze di altre persone, come Philip Seymour Hoffman, che erano state registrate mentre vuotavano il sacco, e questo per me è semplicemente atroce”.

Riguardo al senso profondo di solitudine di cui soffre da sempre, ha aggiunto:

“Mi sono sempre sentito molto solo nella mia vita, solo quando ero bambino, solo anche qui fuori, è soltanto di recente che mi sono avvicinato maggiormente ai miei amici e alla mia famiglia. Qual è quella frase… potrebbe essere di Rilke o di Einstein, che ci crediate o no, ma era qualcosa che parlava di quando si riesce a camminare con il paradosso, quando si porta con sé contemporaneamente il vero dolore e la vera gioia, questa è la maturità, questa è la crescita”.

Crediti Foto: LaPresse

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