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Cinema, PUNTI LUCE di Chiara Sani. Nessuno puo’ colpire duro come fa la vita: la vera storia di Rocky

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di Chiara Sani

Per SILVESTER STALLONE l’impresa di realizzare il suo film fu difficile quanto un incontro sul ring! L’attore era semisconosciuto quando cominciò a girare da una produzione cinematografica all’altra, nel tentativo di trovare chi gli realizzasse il suo grande sogno.

LA STORIA DI ROCKY E’ LA STORIA DI STALLONE, perché il personaggio del film è l’alter ego dell’attore.

Oggi sappiamo che il film fu UN VERO E PROPRIO TRIONFO DI CRITICA E PUBBLICO, ANDANDO DRITTO ALLA NOTTE DEGLI OSCAR CON TRE OSCAR VINTI (miglio film, miglior canzone, miglior regia) E NOVE NOMINATIONS.

Ma come fu l’inizio per Stallone? Fu un vero e proprio calvario, un percorso pieno di porte sbattute in faccia e umiliazioni!

La miccia si accese in Stallone quando assistette, il 24 marzo 1975, ad un incontro organizzato da DON KING, tra il grande campione MUHAMMED ALI e CHUCK WEPNER, soprannominato ‘LA CANAGLIA DI BAYONNE’. Stallone rimase folgorato dalla grinta di Wepner, che dopo aver incassato una mitragliata di colpi uno dietro l’altro, riuscì a mandare al tappeto la leggenda Ali.

All’epoca Stallone aveva 28 anni, 106 dollari in banca e zero lavoro… viveva nella miseria più totale. Si manteneva facendo lavoretti come pulire le gabbie dei leoni dello zoo di Central Park, il parcheggiatore e la maschera a teatro. Stava vivendo un periodo profondamente buio della sua vita, ma … SENZA IL BUIO NON SI PUO’ VEDERE LA LUCE!

QUANDO LA MICCIA DELLA CREATIVITA’ SI ACCENDE, PUO’ ACCADERE DAVVERO DI TUTTO, L’ENERGIA TI RIVITALIZZA E I MIRACOLI SI ALLINEANO PER TE!

Stallone prese un blocco per gli appunti e ci scrisse sopra la sceneggiatura di ROCKY in SOLI TRE GIORNI E MEZZO, in tutto 90 pagine (ampliate nei mesi successivi), poi la consegnò ai produttori  Irwin Winkler e Robert Chartoff della United Artists, che rimasero affascinati dalla qualità di scrittura della storia. La cosa che non li affascinò per niente fu il fatto che Stallone voleva interpretare il ruolo principale! Come potevano scommettere un intero progetto cinematografico su quell’attore semisconosciuto, dallo sguardo impallato che parlava sbiascicando le parole? Nonostante Stallone avesse bisogno di soldi, si impuntò per avere quel ruolo che si era cucito addosso. Dopo un tira e molla in cui tentarono di affidare il ruolo al più famoso attore RYAN O’ NEAL oppure a BURT REYNOLDS, finalmente Stallone riuscì a spuntarla.

Il budget era bassissimo, ma Stallone cominciò a proporre gli attori per gli altri ruoli. Per esempio, la parte del coach Mickey Golmill la scrisse proprio per l’attore Lee J. Cobb,  che lo aveva colpito nel capolavoro FRONTE DEL PORTO, ma il regista GILBERT AVILDSEN si scontrò in discussioni con Cobb e Stallone optò per lo straordinario BURGESS MEREDITH.

Non parliamo della scelta della protagonista femminile, la timida ADRIANA, che divenne una vera e propria odissea. All’inizio la produzione scelse SUSAN SARANDON, ma poi ci ripensarono perché troppo sensuale. Dopodichè si pensò a CHER, infine a BETTLE MIDLER. A pochi giorni dall’inizio delle riprese , quando sembrava tutto perduto, spuntò TAILA SHIRE per fare un provino e fu come Cenerentola che doveva calzare la scarpetta: il ruolo fu suo!

Tante furono le scene che rischiarono di non essere girate per mancanza di budget, come quella della pista di pattinaggio, in cui erano in scena Rocky e Adriana (soli e senza comparse perché la produzione non aveva i soldi per pagarle) e la scena della notte prima del grande incontro, in cui vediamo Rocky e Adriana in un dialogo molto poetico. Il regista voleva tagliarla per mancanza di tempo, ma Stallone insistette e ne girarono un solo tentativo, che fu poi quello che finì nel film.

Nonostante il bassissimo budget, le riprese ristrette a soli 28 giorni, gli attori sconosciuti e la distribuzione che organizzò una promozione molto debole… all’uscita nelle sale (1976) ROCKY MANDO’ AL TAPPETO I BOTTEGHINI E FU LA PRIMA PELLICOLA SPORTIVA A RICEVERE UN PREMIO OSCAR COME MIGLIO FILM!

Inoltre, Silvester Stallone ottenne una Nomination agli Oscar come miglior attore protagonista e una Nomination come sceneggiatore.

Anche la COLONNA SONORA, uno degli elementi più riconoscibili del film Rocky, ottenne un clamoroso successo. L’autore delle musiche era giovane e sconosciuto, ma a soli 33 anni BILL CONTI ottenne con Rocky il suo primo successo, VINCENDO L’OSCAR PER LA MIGLIOR CANZONE. Inoltre, nel 1977 questa canzone raggiunse il primo posto nella classifica dei dischi più venduti.

Questo film parla di anime pure ed è una fonte di ispirazione senza tempo!

Rocky Balboa è un uomo comune con cui il pubblico si è sempre identificato facilmente, perché quel pugile squattrinato, impacciato ma motivato dalla sua passione per lo sport e dal cuore puro come quello di un bambino… è la metafore della parte più bella, vera e ancestrale di noi.

Rocky è il portavoce di tutti coloro che chiedono alla vita un’opportunità e che sono costretti a combattere, ma non sul ring, bensì nelle loro quotidiane realtà che li mette continuamente K.O.!

I personaggi che ruotano intorno a Rocky sono tutti un po’ BORDERLINE, tutti sconfitti, con sogni infranti, cuori spezzati, anime pure immuni al cinismo.

IL MESSAGGIO DI ROCKY E’ DI GRANDE ISPIRAZIONE: COME SUL RING, NELLA VITA BISOGNA REAGIRE COLPO DOPO COLPO, PERCHE’ SOLO CHI TIENE DURO E NON SPEGNE LA PROPRIA SPERANZA PUO’ GUADAGNARSI LA  RIVINCITA FINALE! Ma questo ce lo dice proprio Rocky:

“Nessuno può colpire duro come fa la vita, perciò andando avanti non è importante come colpisci, l’importante è come sai resistere ai colpi, come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti. Così sei un vincente!”

Grazie Silvester per aver trasformato tutte le tue sconfitte e delusioni in un personaggio genuino, poetico e senza tempo! Mi hai convinto a comprarmi i guantoni!!!