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Will Smith: il suo ritorno al rap è ridicolo

Will Smith: il suo ritorno al rap è ridicolo. Smith cerca la redenzione, ma il risultato dimostrare che è una star scollegata dal mondo. Dopo l’incidente agli Oscar 2022 e le rivelazioni della moglie Jada Pinkett su corna reciproche e comportamenti tossici, Will Smith fresco di psicoterapia prova a riconnettersi con le sue origini musicali. A diventare virali però non sono i suoi brani, ma i video dei suoi concerti promozionali improvvisati, in cui un pubblico perplesso si chiede perché una star miliardia di mezza età debba rendersi così ridicola.

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Will Smith: il suo ritorno al rap è ridicolo. Smith cerca la redenzione, ma il risultato dimostrare che è una star scollegata dal mondo. Dopo l'incidente agli Oscar 2022 e le rivelazioni della moglie Jada Pinkett su corna reciproche e comportamenti tossici, Will Smith fresco di psicoterapia prova a riconnettersi con le sue origini musicali. A diventare virali però non sono i suoi brani, ma i video dei suoi concerti promozionali improvvisati, in cui un pubblico perplesso si chiede perché una star miliardia di mezza età debba rendersi così ridicola.
Crediti foto willsmith Instagram

Will Smith è uno degli attori più pagati e ricercati di Hollywood. Ormai 56enne, ha recitato in blockbuster di immenso successo come “Indipendence Day” e in film d’autore come “Alì”, con cui ha vinto un Oscar. In questa vita di successi però qualcosa evidentemente gli manca, e questa mancanza è tornare alle origini della sua carriera, quando il suo rap per famiglie lo ha reso noto al grande pubblico americano. Il rilancio della sua carriera musicale però sta risultando un disastro, vediamo il perché.

Le origini

Will Smith nasce nel 1968 in una famiglia della classe media nera di Philadelphia. Riceve un’ottima formazione scolastica e la sua famiglia si segnala per una forte impronta religiosa di confessione battista. Frequenta scuole private cattoliche e la sua più grande influenza familiare è la nonna, fortemente religiosa. E’ proprio la nonna a scoprire l’interesse del giovane Will per il rap, e a convincerlo a non usare parolacce e barre blasfeme nella sua musica. Questa influenza familiare sarà determinante per Smith, che proprio nel periodo in cui sorge il gangsta rap produce un rap lontano dagli stereotipi gang, droga e sesso selvaggio.

Il successo come rapper

All’epoca delle superiori Will Smith inizia a fare rap, mietendo subito successi. Il primo singolo è del 1985, e nel 1989 riceve già un Grammy per la migliore perfomance rap, grazie alla canzone “Parents just don’t understand”, per poi arrivare al top di Billboard con “Summertime” nel 1991. Il suo rap si segnala per avere come target le famiglie, in un periodo in cui gruppi come NWA, Public Enemy ed Ice Cube portavano il rap ad essere un genere sempre più duro nei beat e nei testi.

Il Principe di Bel-Air

Grazie al successo con la musica Will ottiene il posto come protagonista nella sit-com “The fresh prince of Bel-Air”, uno show tagliato a misura su di lui ed il suo pubblico. Nella sit-com interpreta una versione camuffata di se stesso, giovane appassionato di rap proveniente dalla classe media di Philadelphia che si trasferisce dagli zii, famiglia patriarcale della classe medio alta losangelina. Nella serie il nostro fa la parte del rapper ben educato ma non troppo, dato che il suo migliore amico è Jazz, appassionato di hip-hop che viene dal ghetto. La serie si distingue perché tratta le grandi tematiche del rap politicizzato del tempo (il razzismo, la diffusione delle droghe sintetiche fra gli afro e simili) attraverso il registro comico, rendendole accettabili ad un pubblico trasversale e lontano dal rap battagliero di strada.

Il successo al cinema

Grazie al successo della sitcom, a Smith si aprono le porte di Hollywood. Dal 1993 al 2016 il nostro è un campione di incassi sia al cinema con “Indipendance Day”, “Men in black” e la serie “Bad Boys”, sia come rapper solista, inanellando singoli d’alta classifica come “Men in black” e “Wild Wild West”. In questo periodo Will Smith viene definito una delle persone afroamericane più ricche e potenti del mondo. Questo riconoscimento gli è dato anche dalla sua comunità di appartenenza, in quanto gli afroamericani vedono in lui un modello di riscatto, che unisce il successo economico con la capacità di sentirsi orgogliosamente neri.

La famiglia

Nel 1997 Will si sposa con l’attrice Jada Pinkett, da cui ha 2 figli: Jaden Smith (1998) e Willow Smith (2000). Il matrimonio consolida la sua immagine pubblica di afroamericano modello. Marito presente e premuroso, lontano dagli stereotipi del macho maschilista tipici del gangsta rap, è anche un padre presente e molto attaccato ai figli, tratto molto apprezzato dagli afroamericani poiché il tasso di padri assenti, gravidanze precoci, padri abusanti fra gli afro è un problema sistemico.

Il primo segno di scollamento

E’ il 2017 quando esce “Get Lit”, singolo con cui Will Smith pensa di ritornare alla carriera musicale prendendosi una pausa dal cinema. Il problema è che “Get Lit” è una canzone completamente scollegata dal suo tempo. Smith ripropone un rap da danceclub proprio quando la trap sta divenendo il genere egemone negli USA, incattivendo i beat e le barre.  Mentre i giovani americani cercano canzoni dai beat feroci che parlino di droghe low cost, prostitute e sparatorie, in opposizione al politicamente corretto imperante nelle scuole superiori e all’università,  Smith se ne esce con una canzone rap vecchio stile dal testo innocuo. Il singolo non entra nemmeno nella top 100 di Billboard, e diviene oggetto di prese in giro su Youtube. Vista la mal parata, il nostro saggiamente capisce che è meglio tornare a fare cinema.

Volano schiaffi

Il 2022 è l’anno orribile di Will Smith. Lo schiaffo dato a Chris Rock alla serata degli Oscar diventa un caso diplomatico perché Will Smith rappresenta l’afroamericano anti-macho, il maschile protettivo che risolve i conflitti col dialogo e la battute e non con la violenza. Con lo schiaffo in mondovisione Will Smith, secondo la critica USA, dimostra che sotto tutta la patina dell’emancipazione e delle buone maniere, non solo lui ma anche gli afroamericani continuano a perpetuare una cultura di machismo tossico, di misoginia nascosta (lo schiaffo parte per difendere l'”onore” della moglie), di dinamiche di controllo del territorio da gang. Il problema quindi non è in sé quello che ha fatto Smith, ma il clima sociale di feroce scontro tra i fautori del politically corret e i suoi detrattori, che trovano nell’incidente il pretesto per scontrarsi frontalmente massacrando il nostro.

Questioni di corna

Poco dopo lo schiaffo in diretta mondiale, in casa Smith cade un’altra bomba. Nel suo libro di memorie l’attrice Jada Pinkett sostiene che il matrimonio col rapper-attore è sempre stato basato sulla massima libertà di entrambi. Un matrimonio aperto non esente da liti, ripicche, e comportamenti non proprio modello, come quando ad esempio la Pinkett seduce un amico del figlio Jaden. Queste rivelazioni si aggiungono allet voci hollywoodiane sulla bisessualità di Will Smih, tendenza mai confermata dal diretto interessato, ma che secondo i ben informati sarebbe suffragata dal supporto che Smith da al movimento LGBTQI+ e alla nonchalance con cui ha accettato il non-binarismo e la bisessualità del figlio Jaden. Questo insieme di fatti e pettegolezzi demolisce alle fondamenta l’idea della famiglia Smith come modello di famiglia patriarcale afro, con cui il nostro si era creato una solida reputazione prima sui media tradizionali e poi su Instagram/TikTok.

Il rilancio fallito nella musica

A questo disastro Smith reagisce prendendosi una pausa di riflessione. Aiutato dalla psicoterapia e dall’amico Denzel Washington, decide di tornare alle origini. Ecco quindi che nel 2023 inizia a lavorare all’album “Based on a true story”, uscito a marzo 2025. L’album dovrebbe segnare una sorta di resurrezione del nostro, ma in realtà ne certifica il totale scollamento dalla realtà. Definito dalla critica e dal pubblico “il capriccio di una star miliardaria di mezza età”, l’album non è in sé musicalmente brutto, è solo fuori tempo massimo, nonostante il coinvolgimento del figlio Jaden, che aiuta il padre a svecchiare la formula. L’album non entra in nessuna chart, risultando un fiasco commerciale.

Perseverare è diabolico

Nonostante i risultati deludenti, Will Smith non demorde e continua a promuovere l’album. Come trovata promozionale decide di fare concerti non annunciati nei quartieri afro, dando vita a show improvvisati trasmessi in diretta dai suoi profili social. Questa trovata lo ha reso sì virale, ma non nel modo che lui avrebbe voluto: nei video lo si vede che canta in mezzo ad una folla afro che lo guarda perplessa. I video di queste performance attirano migliaia di commenti negativi, che vedono nel flop la dimostrazioni di quanto le star di Hollywood siano totalmente egoriferite e scollate dalla realtà delle persone comuni. Will Smith nonostante questo annuncia un tour negli USA e in Europa, non comprendendo come la sua immagine di icona afro e rapper innovativo sia ormai crollata, e ciò che gli rimane sono solo i miliardi già fatti e la capacità di fare film blockbuster dagli incassi altissimi.

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