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Tony Effe: la star senza fanbase

Re di Spotify ed incapace di riempire uno stadio, Tony sconta il voler accontentare troppi target diversi. Ragazzine (pre)adolescenti in cerca di un brano per ballare su TikTok, trapper della vecchia guardia che rimpiangono la DPG, ascoltatori di pop da classifica, famiglie alla ricerca di un concerto per far sfogare la voglia di live dei figli.

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Sanremo 2025 - Tony Effe

Tony Effe è un paradosso vivente: trapper più ascolto d’Italia (insieme e Gué), influencer fra i più ricercati dalle aziende, non ha una fanbase. Potrebbe sembrare impossibile, eppure è così, e questo problema s’intreccia col tanto discusso scandalo dei concerti negli stadi semivuoti. Vediamo dunque il perché il buon Tony spacca Spotify ma non riesce nemmeno a riempire un palazzetto dello sport.

Sopravvivere alla DPG

Tony Effe ha iniziato il suo percorso nell’ormai leggendaria Dark Polo Gang, nel 2014. Arrivato il successo già nel 2016, la DPG fino allo scioglimento nel 2020 era in costante espansione di pubblico e di consensi nella critica, che ne elogiava la profonda novità in termini di sound e tematiche. La DPG aveva costruito il proprio successo su un solido rapporto con una fanbase di giovani ed adolescenti sparsi per tutta Italia, ma il proprio pubblico hardcore era situato nel cuore di Roma, da dove Tony Effe&company provenivano. In questo quadro Tony Effe era il frontman e il personaggio più granitico del collettivo, impersonando il maschio alpha capitolino che non deve chiedere mai.

La carriera solista

Sciolta la DPG per conflitti interni e la defezione di un elemento fondamentale come Side Baby, Tony Effe si trova appena 26enne a dover capire cosa fare da grande. Tony non partiva dal nulla: la fanbase della DPG era ancora lì, i brand di moda se lo contendevano perchè su Instagram macinava numeri impressionanti, l’amicizia con l’hitmaker Sick Luke era solida, c’erano i contatti con le case discografiche non che la proprietà della 777 record. Il punto di partenza quindi era solido, quel che mancava era una scelta su dove voler andare e come arrivarci.

La non scelta del 2021

Nel 2021 esce il primo album solista di Tony Effe, il contraddittorio “Untouchable”. L’album è una sorta di sunto di quanto fatto con la DPG, e sancisce anche la riappacificazione con i suoi ex compagni di crew (soprattutto con l’amico-rivale Side Baby), che collaboraro a pezzi del progetto. La presenza di una star internazionale come Gucci Mane in “Tony Montana”, e del padrino della trap italiana Gué in “Escort lover”, assicurano hype e singoli spacca Spotify. Il problema di questo album è il non prendere una decisione precisa: intimista ma senza abbandonare la maschera del coatto arricchito, ritorno alle origini ma prendendo le distanze da strada droga e gang, fedele all’esordio della DPG “Crack Music” ma senza le atmosfere asfittiche e cupe del mitico album del 2016.

Cambiare pelle

Siccome Tony Effe non si decide, è la sua casa discografica Universal a farlo per lui. Nel 2023 la Universal mette insieme Tony ed Emma Marrore sul beat ed esce “Taxi sulla luna”, una hit che spacca le classifiche, mixando pop e trap per un target di (pre)adolescenti che hanno bisogno di un sottofondo per i balletti di TikTok. Il successo del singolo dimostra che Tony Effe può essere una star del pop tricolore, se solo ripulisce le barre da mafia, crack e simili e canta sopra beat scritti da specializzati nel pop da alta classifica. Qui però c’è un problema: di fronte a questa netta virata pop i fan della prima ora rimangono interdetti, tanto più che si sta affermando una nuova generazione di driller (Rondo da Sosa, Paki, Tony Boy) con testi e beat molto più duri, che richiamano da vicino i cupi esordi della DPG.

“Icon” la celebrazione di un king senza sudditi

Nel 2024 esce l’album “Icon”, ed esplodono le contraddizioni. L’album è compeltamente vuoto d’idee, sia livello di barre che di beat, tentando di mettere insieme le hit pop “Sesso e Samba” con la trap aggressiva di “Vero Tony Sosa”, risultando più uno studio marketing su come colpire i vari target del suo profilo Ig che non un prodotto musicale. Il successo è enorme. Proprio quando il nostro non ha più idee, riesce a compiere l’agognato salto dal campo della trap a quello di star delle classifiche pop. Il passaggio non è indolore, soprattutto in fatto di riposizionamento su temi eticamente sensibili: come può uno che ha scritto a iosa testi misogini presentarsi come rassicurante star pop per ragazzine? Come fa chi ha elogiato la vita da strada e lo spaccio di crack fino a ieri presentarsi oggi come rassicurante presenza fissa alla radio?

Sanremo

Arriviamo dunque a Sanremo 2025. Tony Effe fresco della relazione con Giulia De Lellis, si presenta sul palco dell’Ariston per un’operazione totale di rebranding. Dismessi gli abiti del coatto arricchito dallo spaccio, del misogino tutto escort e disprezzo per le donne, il nostro sale sul palco con tatuaggi coperti e vestito da gentleman, portando il brano “Damme ‘na mano”, omaggio al cantautorato capitolino. A questo si aggiungono le dichiarazioni fuori dal palco, in cui il nostro chiede scusa per i testi misogini e pro consumo droghe pesanti del passato. Tutto bene? Insomma: la manovra di riposizionamento è così smaccata da non convincere nessuno, tanto che il brano del nostro arriva al 25° posto della kermesse.

Tasche piene e stadi vuoti

Passiamo finalmente all’oggi. Tony Effe prima annuncia in pompa magna due megadate personali (la fiera a Milano e Circo Massimo a Roma) e la partecipazione a vari festival estivi per la seconda metà del 2025. Poco dopo l’annuncio trasforma la data della Fiera di Milano in un’apertura alla star internazionale J Balvin, a causa delle scarse prevendite. Anche giocando in casa le cose non vanno meglio: le prevendite per la sua data al Circo Massimo il 6 luglio sono scarse, e ai festival estivi non è presentato come headliner ma sempre in apertura o come apripista per l’headliner. Tutto questo mentre per paradosso il suo singolo “Victoria secret” con Rose Villain macina ascolti.

Qualcosa non torna

Tony Effe è l’esempio perfetto di una contraddizione enorme della musica pop d’oggi. Campione di streaming e influencer dai numeri mostruisi, è diventato un sorta di macchieta di IG e un trapper da singoli pop, cosa che gli garantisce un pubblico enorme sul web ma pochissimi fan hardcore disposti a pagare dai 50 euro in sù per andarlo a vedere live. Il perché di questa disaffezione al suo personaggio è semplice: a forza di blandire tutti i target, non ne ha fidelizzato nessuno. I fanatici di trap gli rimproverano l’essere diventato un cantante pop, i genitori delle pre(adolescenti) la sua fama di badboy, il pubblico generalista pop di essere un trapper che non sa cantare e non sa offrire uno show a tutto tondo (come fa un Mengoni o una Elodie per capirci). Insomma, Il buon Tony piace un po’ a tutti ma non entusiasma nessuno.

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