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Un anno senza Patrick Zaki: le città italiane si riempiono di poster

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Esattamente un anno fa, il 7 febbraio 2020, Patrick George Zaki, ragazzo egiziano studente a Bologna, è stato arrestato all’aeroporto internazionale del Cairo, non appena mise piede in patria. In questi 12 mesi, soprattutto in Italia, sono state numerose le mobilitazioni di associazioni, collettivi e istituzioni politiche per chiedere al governo egiziano il rilascio immediato, considerando questo arresto una violazione dei diritti umani.

Infatti Patrick Zaki, studente di 29 anni, nel 2011, quando in Egitto scoppiò la rivoluzione e cadde Mubarak, stava studiando i diritti e il trattamento delle minoranze nel Paese, in particolare di quelle cristiane. Ben presto Al Sisi, il presidente post-rivoluzionario, non sembrò meno autoritario del suo predecessore. Successivamente Zaki iniziò a lavorare per una Ong che si occupava di tutelare i diritti umani e civili che di fatto venivano continuamente negati.

Fu allora che Zaki decise di iscriversi a un master dell’Ateneo di Bologna, ma un giorno, appunto il 7 febbraio dell’anno scorso, venne catturato e trattato da terrorista.

Oggi decine di città italiane hanno affisso manifesti per rendere virale e collettiva, nonostante il distanziamento, la richiesta di scarcerazione promosso da tutto l’Occidente.

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Foto: LaPresse