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Miss Italia contro Onlyfans
Miss Italia contro Onlyfans. La kermesse in cerca di identità ed ascolti attacca la piattaforma per adulti, scatenando feroci polemiche. Miss Italia prende di mira OF cercando di prendere le distanze dalle critiche che vedono nella kermesse il simbolo della mercificazione del corpo femminile. Nel farlo però apre una frattura generazionale: per le giovani OF è il simbolo di un’emancipazione economica ormai impossibile altrove.

Miss Italia è una kermesse è in crisi d’identità e di ascolti ormai da un decennio, mentre Onlyfans è una piattaforma di contenuti per adulti in perenne ascesa. L’idea dell’organizzatrice Patrizia Mirigliani di escludere dal concorso le candidate che hanno un proprio account su Onlyfans (d’ora in poi OF) appare quindi un controsenso commerciale. Ma la questione è molto più complicata e controversa, quindi andiamo a vedere cosa succede.
La crisi di Miss Italia
Fin dai suoi esordi, nel 1946, il concorso di Miss Italia si intreccia inestricabilmente con la condizione della donna in Italia. Al mutare di questa, anche il concorso cambia, almeno fino ai primi anni 2010, quando la sua stessa esistenza viene contestata. Il perché all’improvviso una kermesse con 70 anni di onorata storia viene ritenuto anacronistico, offensivo per la dignità femminile e addirittura tossico per le donne, è difficile da spiegare. A farne il bersaglio di critiche ferocissime sono una concomitanza di fattori: l’emergenza dei disturbi alimentari fra le giovanissime, la tematica proveniente dagli USA del bodyshaming, l’idea che sia necessario dismettere tutto ciò che mercifica il corpo femminile, la percezione che valutare la donna per la sua sola bellezza significhi giustificare il suo ruolo subordinato nel mondo familiare e lavorativo. Miss Italia viene quindi identificato come il male perché diviene l’emblema culturale della scarsa emancipazione della donna italiana.
Il ritorno di fiamma
La crisi d’identità dei primi anni 2010 si somma ad una perenne emorragia di ascolti, che portano la kermesse dall’essere una delle punte di diamante della Rai al venir spostata nel 2013 a La7. L’emittente di Urbano Cairo non riesce a rivitalizzare il concorso, tanto da non rinnovarne la trasmissione nel 2018. Nel 2018 la Rai decide di trasmettere la finale del concorso, dato che questo compie 80 anni ed è un pezzo della storia della tv italiana. Dal 2019 Miss Italia sopravvive a stento grazie allo streaming su Youtube, snobbata persino dalle tv locali. Quest’anno la RAI (a sua volta in crisi identitaria e di ascolti) decide di riprende il rapporto con la kermesse, strappandola dall’oblio in cui era precipitata.
Questione di brand
La modifica del regolamento per escludere concorrenti con un profilo su OF in questo contesto è una questione di posizionamento di mercato. Nel proporlo, Patrizia Mirigliani vuole ribadire con forza che Miss Italia prende nettamente le distanze da quello che è diventata per i boomer la piattaforma simbolo della mercificazione delle giovani. Questa posizione ha un suo senso a livello di marketing guardando al target RAI (rete il cui pubblico fisso è over 60), ma diventa un boomerang per il pubblico millennials e Gen Z, che vede nella piattaforma bianco-azzurra non il simbolo della mercificazione femminile, ma un modello di emancipazione economica resa impossibile da un mercato del lavoro stagnante. Ecco quindi che sul web e sui media tradizionali scoppia una polemica tutt’altro che stupida, perché vede scontrarsi percezioni completamente diverse su cosa significa emancipazione, mercificazione e dignità femminile.
La piattaforma per tutte e per nessuna
Onlyfans ha investito tantissimo in termini di marketing per differenziarsi dalle piattaforme porno stile Pornhub e proporsi come una piattaforma friendly per le donne, descritte come contents creators e non sex workers. Questo marketing ha funzionato in larga parte con gli under40, ma ha avuto scarsi risultati con le generazioni più vecchie, che nel sito binaco-azzurro non vedono altro che un raccoglitore di porno amatoriale, e nelle creators delle prostitute 2.0. Questa differente percezione ha innescato una polemica perenne nel web, che si accende ogni qual volta una creators di OF ha iniziato una carriera al di fuori della piattaforma o peggio ha tentato di sfondare nei media tradizionali. Quello che risulta più indigesto ai detrattori di Onlyfans è come le creators “giustificano” l’aver aperto un profilo su OF: molte creators sostengono di averlo aperto per sfuggire a carriere lavorative più tradizionali che però implicavano precariato, bassi salari e l’impossibilità di crescere, mentre OF permette in poco tempo di emanciparsi economicamente e risparmiare soldi per costruirsi un futuro.
L’allergia ai voti
Ma le differenze fra Miss Italia e OF per i giovani sono molto più marcate. Innanzittutto per i giovani OF è democratica, protetta, meritocratica perché chiunque puà aprirsi un profilo, pubblicarci ciò che vuole e poi sarà la community a decidere se il profilo avrà successo oppure no. Miss Italia invece viene percepito come una cariatide del ‘900: autoritario, gerontocratico, poco trasparente con la sua giuria di boomer che esaminano, votano, scelgono le finaliste con criteri che spesso hanno poco a che fare con la bellezza e molto con inciuci fra giudici, agenzie di moda e le famiglie delle concorrenti. Per le giovani generazioni quindi la questione non è tanto la mercificazione del corpo femminile, ma chi ne ha il controllo e chi ci guadagna: con Miss Italia il controllo e la gran parte del guadagno ce l’hanno i bomeer e le agenzie, con OF il controllo sui contenuti e il guadagno sono detenuti dalla singola creator.
Mercificazione
Se per le giovani generazioni Miss Italia è ormai un rudere del passato, la kermesse ha parecchi detrattori anche fra i più anziani. Per i detrattori Miss Italia rappresenta un modello antiquato e anacronistico di rappresentanzione del femminile: una donna (ancor peggio se giovane) che sfila in costume da bagno in diretta nazionale è la dimostrazione che la condizione femminile del 2025 non è poi troppo diversa da quella del 1946. Anche per gli over 50 il problema sono i voti dei giudici: il valutare il corpo di una donna con un punteggio numerico veicola l’idea che la donna non sia diversa da una mucca al mercato, che vale tanto quanto sembra sana e bella la sua carne. Poco importa se Miss Italia (copiando analoghe soluzioni statunitensi) ormai abbia inserito fra i criteri di valutazione anche il saper parlare, fare sport et similia delle concorrenti, il centro della competizione gira e rigira rimane la qualità del corpo della singola concorrente.
La polemica infinita
Come abbiamo visto la questione Miss Italia e OF genera forti polemiche perché tocca il tema centrale di questi ultimi anni: il corpo femminile e l’altalenante emancipazione della donna. Secondo alcuni analisti marketing e sociologici, il corpo femminile e la sua emancipazione sono le tematiche calde culturalmente e socialmente di queste decennio, e probabilmente lo saranno anche nel prossimo futuro: fino a pochi anni fa si pensava che l’emancipazione della donna fosse un fenomeno progressivo inarrestabile, mentre negli ultimi anni si comincia a pensare che potrebbe fermarsi o persino regredire. Ovviamente Miss Italia non ha alcuna responsabilità in questo processo, ma per molti ne è involontariamente il simbolo, e qualunque cosa faccia Patrizia Mirigliani non cambierà le carte in tavola: Miss Italia oggi è scandaloso, molto più di quanto lo siano le giovani senza veli che approdano su OF per sbarcare il lunario.