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Martina Strazzer è la nuova Ferragni?
Martina Strazzer è la nuova Ferragni? Messa sotto accusa da un’ex dipendente, la Strazzer perde l’aura di paladina dell’empowerment femminile su cui ha costruito il suo impero aziendale

E’ successo ancora. Un’imprenditrice, nata e cresciuta su Instagram e divenuta in breve il volto dell’empowerment femminile dell’imprenditoria italiana, è sotto accusa sui social. Martina Strazzer è divenuta virale, dapprima sui social e ora sui media tradizionali, perché accusata da un’ ex dipendente di non averle rinnovato il contratto di lavoro a causa della gravidanza. Vediamo che succede.
I fatti
La questione è semplice. Secondo quanto dichiarato ai giornali dall’ex dipendente, la Strazzer l’avrebbe assunta sapendo che era incinta di 4 mesi, promettendole dapprima un contratto a tempo determinato, per poi assumerla con l’indeterminato. Fidandosi della promessa dell’imprenditrice-influencer, la donna avrebbe abbandonato il precedente posto fisso. La neo-assunzione è stata ampiamente pubblicizzata dalla Strazzer, che ha fatto una serie di video su Instagram, sostenendo che l’assunzione della dipendente incinta dimostra quanto la sua azienda “Amabile jewels” sia inclusiva ed attenta ai diritti delle donne lavoratrici. Il problema è sorto alla scadenza del contratto, che non è stato rinnovato dall’imprenditrice adducendo non meglio specificati errori commessi dall’ex dipendente.
Martina Strazzer: dalle stalle alle stelle
Ma chi è Martina Strazzer? La Strazzer è imprenditrice-influencer nel campo gioielli, nata a Modena 25 anni fa. Finito il liceo scientifico si iscrive alla facoltà di biotecnologie, per poi abbandonarla per creare gioielli fatti in casa. Grazie alle proprie capacità di marketing, alla bella presenza e alla scelta di intrecciare la sua attività con il tema sempre caldo dell’empowerment femminile, in brevissimo tempo l’imprenditrice passa dall’attività casalinga alla creazione di un impero da 7 milioni di euro di fatturato e 40 dipendenti (di cui il 90% donne). La sua rapidissima ascesa economica, e l’abilità nello sfruttare a livello di marketing la tematica dell’empowerment femminile, ne hanno fatto un personaggio corteggiato non solo dai social, ma perfino dai media tradizionali. Almeno fino ad oggi.
Il marketing valoriale è un’arma a doppio taglio
L’accusa dell’ex dipendente ha avuto tanta risonanza a causa del tipo di marketing che la Strazzer ha scelto per il suo brand. Puntando moltissimo sul concetto di empowerment e sorellanza, l’imprenditrice ha pubblicizzato il suo brand come inclusivo ed attento ai diritti delle donne, facendo leva su un problema endemico in Italia: la scarsa occupazione, i bassi salari e la mancanza di valorizzazione che colpiscono le lavoratrici. Il legame fra il marchio e i diritti femminili è stato rafforzato dalla scelta della Strazzer di far pubblicizzare alcuni suoi prodotti dalle proprie dipendenti, trasformandole così a loro volta in piccole influencer. Questo tipo di comunicazione ha generato l’idea che una dipendente più che lavorare per la Strazzer, lavorasse con la Strazzer, creando un miscela altamente infiammabile in cui il rapporto di lavoro veniva confuso con rapporti di tipo amicale e solidaristico (l’idea di sisterhood, già usata in Italia dalla Ferragni).
Alla ricerca della nuova Ferragni
L’accusa dell’ex dipendente non poteva cadere in un momento peggiore per la Strazzer. Dopo i fasti di views e commenti dell’affaire Balocco, i media tradizionali sono alla ricerca di una nuova Ferragni di cui narrare l’ascesa e la caduta, dato che l’originale ormai non fa più notizia. L’imprenditrice modenese è perfetta come sostituta della Chiara nazionale: imprenditrice di successo nata sui social, di bella presenza, dal marketing intriso di femminismo liberal, la Strazzer sembra essere la versione Gen Z della Ferragni. Sebbene quello di cui è accusata la Strazzer non sia illegale, ma sia al massimo una violazione del codice etico della propria azienda, non sembra importare molto ai vecchi media, in cerca di una nuova imprenditrice-influencer da demolire per il piacere dei propri lettori boomer.
Errori di comunicazione
Data la situazione, risulta paradossale il fatto che la Strazzer dopo tre giorni di attacchi sui social e sulla stampa, non abbia ancora risposto. Niente stories né post, nemmeno la pubblicazione di una nota del proprio legale aziendale. Per una giovane imprenditrice perfettamente a suo agio nelle dinamiche di Instagram e TikTok, questo lunghissimo silenzio è quanto meno strano. Chiunque abbia un minimo di infarinatura di marketing, sa che la prima cosa da fare in un momento di crisi come questo è replicare quanto prima possibile, meglio se nelle prime 24 ore. Qui invece ne sono passate quasi 80, e dalla Strazzer nessun segno di vita.
Le fazioni
Per ora il web si è diviso in tre grandi fazioni: vediamo quali sono. La prima fazione è quella che crede alle accuse dell’ex dipendente e ritiene la Strazzer la nuova Ferragni, cioè un’imprenditrice che si arrichisce sfruttando l’ingenuità dei followers. La seconda fazione attende una dichiarazione della Strazzer, volendo sentire entrambe le campane prima di schierarsi. La terza fazione, invece, sostiene che le accuse alla Strazzer sono dettate da pura invidia, tanto della dipendente quanto dei giornalisti, e che se l’imprenditrice modenese non ha rinnovato il contratto all’ex dipendente significava che quest’ultima non lo meritava. Tutte le fazioni concordano su un punto: il silenzio della Strazzer sulla vicenda è imbarazzante.