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Hollywood trema! E’ iniziato il processo a P. Diddy

I nomi che sarebbero associati agli eventi organizzati dal magnate dell’hip-hop, in particolare i famigerati “White Parties” e i più riservati “Freak Offs” (orge private a base di droghe pesanti e atti sessuali forzati) sarebbero quelli di star di prima grandezza

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Hollywood trema! E' iniziato il processo a P. Diddy
Crediti Foto @Rantaramic X

Il caso giudiziario che vede protagonista Sean Combs, noto come P. Diddy, Puff Daddy o semplicemente Diddy, sta tenendo banco negli Stati Uniti, con accuse gravissime che vanno dal traffico sessuale all’associazione a delinquere, fino a violenze e abusi su oltre 120 presunte vittime, tra cui minori. Arrestato il 16 settembre 2024 a Manhattan, Combs si trova attualmente detenuto in un carcere di Brooklyn mentre il processo legato allo scandalo è partito il 5 maggio.

La lista di nomi eccellenti coinvolti fa tremare Hollywood

Ciò che rende questa vicenda ancora più esplosiva è la cosiddetta “lista” di nomi eccellenti associati agli eventi organizzati dal magnate dell’hip-hop, in particolare i famigerati “White Parties” e i più riservati “Freak Offs”. Sebbene molti di questi nomi siano emersi da speculazioni e non siano stati formalmente accusati, il loro coinvolgimento, anche solo come partecipanti alle feste, ha generato un’ondata di dibattiti e teorie complottiste. Ecco una lista dei nomi più rilevanti e del contesto che li lega al caso.

I White Parties: status symbol o scenario di abusi?

I “White Parties” di Diddy, organizzati tra il 1998 e il 2009 principalmente nelle sue ville negli Hamptons, a Miami e Los Angeles, erano eventi esclusivi che richiamavano l’élite di Hollywood. Il dress code rigorosamente bianco e la presenza di star di prima grandezza ne facevano un simbolo di prestigio. Tra i partecipanti confermati da foto e video circolanti online troviamo:

  • Jay-Z e Beyoncé: amici di lunga data di Combs, la coppia è stata spesso avvistata ai White Parties. Tuttavia, non ci sono prove che li colleghino direttamente agli abusi. La loro presenza ha comunque alimentato speculazioni, soprattutto sui social, dove i fan si dividono tra chi li considera semplici invitati e chi sospetta un coinvolgimento più profondo.

  • Leonardo DiCaprio: l’attore, noto per la sua vita mondana, è stato fotografato a diversi eventi di Diddy. Fonti riportano che DiCaprio fosse un habitué dei White Parties, ma non è stato accusato di alcuna condotta illecita.

  • Jennifer Lopez: ex compagna di Combs tra il 1999 e il 2001, Lopez è apparsa in diverse occasioni pubbliche con lui, inclusi alcuni White Parties. Il suo silenzio sulla vicenda ha sollevato interrogativi, ma non è stata formalmente coinvolta nelle indagini.

  • Ashton Kutcher: l’attore ha dichiarato in passato di conoscere dettagli sulle feste di Diddy che “non poteva rivelare”. La sua presenza è documentata, ma non è chiaro se fosse a conoscenza delle attività illegali.

  • Justin Bieber: forse il nome più controverso, Bieber è percepito da molti come una potenziale vittima. Un video del 2009, in cui un Diddy trentenne promette a un Bieber quindicenne “48 ore da sogno”, ha riacceso i sospetti di abusi psicologici o sessuali. Bieber, che aveva Diddy come mentore agli esordi, non ha commentato pubblicamente, ma il suo turbamento è stato notato da molti osservatori.

  • Usher: il cantante, anch’egli lanciato da Combs, ha ammesso di aver assistito a eventi “selvaggi” alle feste di Diddy. Recentemente, il suo account X è stato hackerato, cancellando tutti i post, un evento che alcuni collegano al caso. Usher non è stato accusato, ma il suo nome ricorre spesso nelle discussioni.

Altri nomi circolati includono Paris Hilton, Khloe e Kim Kardashian, Mariah Carey, Demi Moore, Chris Brown, Travis Scott, e persino figure internazionali come il principe William d’Inghilterra e atleti come LeBron James e Serena Williams. Una lista non ufficiale di circa 90 celebrità, include anche Will Smith, Pharrell Williams, Drake, Snoop Dogg, Adele, Eva Longoria, e John Legend. Tuttavia, va sottolineato che la maggior parte di questi nomi deriva da video e foto dei White Parties, eventi pubblici, e non implica necessariamente un coinvolgimento nei “Freak Offs”, le sessioni private dove, secondo l’accusa, avvenivano gli abusi.

I Freak Offs: il lato oscuro delle feste

Le accuse più gravi si concentrano sui “Freak Offs”, descritti come orge private a base di droghe pesanti (tra cui GHB, ketamina e metanfetamina) e atti sessuali forzati, spesso filmati da Combs per ricattare le vittime. Questi eventi, che si tenevano in hotel o residenze private, erano riservati a un gruppo ristretto di invitati. Secondo i procuratori, Combs utilizzava il suo potere per costringere aspiranti artisti e altre vittime a partecipare, promettendo carriere stellari. Tra le testimonianze più scioccanti:

  • Thalia Graves, che ha denunciato uno stupro nel 2001 nello studio di registrazione di Combs, commesso insieme alla sua guardia del corpo.

  • Cassandra “Cassie” Ventura, ex compagna di Diddy, la cui denuncia nel novembre 2023 ha dato il via all’inchiesta. Cassie ha descritto anni di abusi fisici e sessuali, risolvendo la causa in tempi rapidi, ma aprendo la strada ad altre denunce.

  • Bryana “Bana” Bongolan, che ha accusato Combs di averla molestata e sospesa da un balcone al 17° piano di un hotel nel 2016.

Un nuovo #MeToo per l’industria musicale?

Il caso P. Diddy è stato definito dal New York Times come “il #MeToo dell’industria musicale”. La portata delle accuse, che coprono un periodo dal 1991 al 2024, e il numero di vittime, tra cui 25 minori, suggeriscono un sistema strutturato di abusi. La presenza di prove come video, foto e testimonianze, insieme al ritrovamento di 1000 bottiglie di lubrificante nelle proprietà di Combs, dipinge un quadro inquietante.

Molte celebrità tacciono, forse per paura di essere trascinate nello scandalo. La domanda che tutti si pongono è: chi sapeva e non ha denunciato? Come per il caso Epstein, il confine tra complicità e inconsapevolezza è sfumato. Il processo a Sean Combs, che rischia dai 15 anni all’ergastolo, non è solo la caduta di un’icona dell’hip-hop, ma un evento che potrebbe ridisegnare i contorni dell’industria dello spettacolo. 

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