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Festa della Repubblica tra unità e contraddizioni. Mattarella a Roma e a Codogno

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Una giornata impegnativa quella del rappresentante dell’unità nazionale, Sergio Mattarella nella 74° Festa della Repubblica italiana. Dopo la tradizionale celebrazione all’Altare della Patria a Roma, il Presidente della Repubblica ha poi visitato Codogno, città simbolo dell’emergenza sanitaria.

 

A Roma

La cerimonia all’Altare della Patria si è svolta senza la parata, ma neanche in forma privata come era stato per il 25 aprile. Segno che qualcosa è cambiato e che i giorni più duri dell’emergenza sono alle spalle. Ad omaggiare la Repubblica questa volta erano presenti anche le più alte cariche dello Stato. Insieme al presidente Mattarella, erano presenti il premier Conte e i presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico e Maria Elisabetta Casellati. E anche una rappresentanza delle professioni sanitarie.

Anche molti cittadini si sono radunati intorno all’Altare della Patria per assistere alla cerimonia e al tradizionale passaggio delle Frecce Tricolori. Nel suo messaggio rivolto ai prefetti, agli amministratori locali e a tutti coloro che ricoprono cariche pubbliche il presidente invita ad una rinnovata riflessione “sui valori fondativi repubblicani”. “L’eccezionalità della situazione ha determinato difficoltà mai sperimentate nella storia della Repubblica, ponendo a tutti i livelli di governo una continua domanda di unità, responsabilità e coesione” queste le parole del presidente.

 

A Codogno

Il presidente Mattarella si è poi spostato a Codogno, in Lombardia. Con la discrezione che lo contraddistingue il presidente della Repubblica si è recato al cimitero della città della Bassa Lodigiana dove l’amministrazione comunale ha posto una stele per omaggiare le vittime dell’epidemia da Coronavirus. A seguire un incontro con i sindaci della prima zona rossa d’Italia e con il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. “In questi luoghi si ritrova oggi la Repubblica” ha detto il presidente Mattarella. Senza dimenticare di rivolgere un pensiero alla “generosa abnegazione di tanti medici, infermieri, personale impegnato nei diversi ruoli della sanità, farmacisti” che hanno posto a rischio la loro salute.

Il sindaco di Codogno, Francesco Passerini, ha spiegato di aver istituito il 21 febbraio come la giornata ricordo delle vittime da Covid e della resilienza civile. “Sarebbe bello se diventasse una data nazionale” ha aggiunto, prima dell’arrivo di Mattarella.

 

Festa della Repubblica, ma senza unità

Mentre da un lato si professa unità, dall’altro però non mancano le contraddizioni. Nel giorno della Festa della Repubblica le opposizioni Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia sono – infatti – scese in piazza a Roma per manifestare contro il governo. L’obiettivo degli esponenti Meloni, Salvini e Tajani è quello di dare spazio all’Italia che non si arrende. Ma non solo, in strada a Roma c’erano anche i manifestanti dei gilet arancioni che nei giorni scorsi hanno fatto discutere per essersi ritrovati in tanti a Milano senza mascherine, né distanziamento.

 

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Crediti foto: LaPresse