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Coronavirus, cosa succederebbe se la scuola dovesse rimanere chiusa per più di un mese? In Italia manca ancora un piano di recupero

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In Cina per far fronte alla chiusura delle scuole si sta optando per le lezioni online.

L’allarme Coronavirus ha fatto scattare in queste ore anche la chiusura delle scuole in diverse Regioni italiane, come Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Le ordinanze che si stanno diffondendo parlano di sospensione della frequenza delle attività scolastiche e dei servizi educativi, dalle scuole dell’infanzia alle Università, almeno fino al 1° marzo. In realtà, non si è in presenza di una semplice sospensione delle attività scolastiche, ma si è in presenza di una vera e propria chiusura della scuola. Una chiusura che, guardando alla Cina, si potrebbe anche prolungare per un mese o più.

 

 

Ma che potrebbe succedere a questo punto? Si possono interrompere le lezioni per un periodo così lungo? Quali le conseguenze? Per rispondere a queste domande servirebbe un piano nazionale che possa dare delle risposte, che tuttavia ad oggi non c’è. Gli Uffici Scolastici Regionali dispongono che “L’anno scolastico resta valido anche se le cause di forza maggiore hanno comportato la discesa del totale al di sotto dei 200 giorni”. Idem il MIUR, che con la circolare numero 1000 del 22 febbraio 2012, ribadisce che “è fatta comunque salva la validità dell’anno scolastico anche in caso di discesa dei giorni di lezione al di sotto del limite dei 200 in conseguenza di cause di forza maggiore”.

Sarebbe opportuno a questo punto trovare un modo per garantire l’apprendimento durante il periodo di quarantena. Fra questi, l’insegnamento capovolto, che si basa sul fatto che le competenze cognitive di base dello studente (ascoltare, memorizzare) possono essere attivate prevalentemente a casa, in autonomia, apprendendo attraverso video e podcast, o leggendo i testi proposti dagli insegnanti o condivisi da altri docenti. Si tratta di casi emergenziali, che in Cina per esempio sono stati attivati. I problemi a livello tecnico da affrontare sono diversi naturalmente, ma la situazione di incertezza data dall’emergenza Coronavirus impone certamente delle soluzioni immediate. Vedremo.

 

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