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Bonafede è salvo, ma non convince né la destra né la sinistra

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È iniziato la fase due – quella della ripartenza – anche per il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Ieri la votazione del Senato ha respinto le due mozioni verso il ministro che era stato sfiduciato da destra a sinistra. In entrambi i casi i voti contrari hanno superato quelli a favore.

Ma le mozioni presentate dalle opposizioni erano ben diverse, per certi versi opposte. Quella presentata da Emma Bonino di +Europa e firmata anche da Azione di Carlo Calenda e da trenta senatori di Forza Italia imputava al ministro Bonafede “la manomissione dell’imparzialità della giustizia, dei diritti dei cittadini e dei principi del giusto processo”. La Bonino ha parlato della violazione della durata ragionevole di un processo e della negazione del fine rieducativo della pena.

Mentre, quella della Lega, appoggiata anche da Fratelli d’Italia attribuiva al ministro la responsabilità della scarcerazione di boss mafiosi a cui sono stati assegnati gli arresti domiciliari a causa del Coronavirus. “Sono la sconfitta dell’antimafia”, queste le parole del senatore Matteo Salvini. Oltre alle rivolte che si sono verificate in diverse case circondariali che hanno portato alla morte di 13 detenuti, con fughe e disordini in tutta Italia all’esplosione della pandemia.

Per non parlare della questione Di Matteo, noto magistrato antimafia che ha pubblicamente accusato il ministro di avergli offerto e poi negato l’incarico al Dipartimento Amministrazione Penitenziaria (Dap) nel 2018 a seguito di pressioni ricevute da boss mafiosi stessi. Una questione che risalirebbe al primo mandato di Bonafede, quando era sempre il ministro della Giustizia ma per il governo Conte primo.

Insomma, due mozioni di sfiducia opposte provenienti da opposte forze politiche. Non sono mancate critiche, infatti, alla Lega che ha deciso di appoggiare anche la mozione di sfiducia della senatrice di +Europa Bonino. Il lavoro del ministro Bonafede continua, ma sotto la lente di ingrandimento delle opposizioni. E non solo. Anche il Pd che compone il governo insieme al M5s richiede un cambio di passo.

Marina Sereni (Pd) viceministro per gli Affari Esteri non nasconde che le ragioni del no del Pd alla mozione di sfiducia sono di natura politica. “In maniera trasparente – sottolinea – chiediamo al ministro un cambio di direzione su temi urgenti come la prescrizione”. Ci sono ancora, infatti, degli elementi di continuità di Bonafede con il precedente governo, quando il M5s era sostenuto dalla Lega e il presidente del Consiglio era Conte al primo mandato.

Alcuni esempi li ha citati la Bonino stessa, intervenuta ieri sera a “Porta a Porta” come l’abolizione della prescrizione o la mancata riforma del codice penale. La senatrice sostiene l’importanza di una giustizia giusta, sottolineando che gli italiani finiti ingiustamente in carcere e poi tornati a casa negli ultimi anni sarebbero 27.700. “Un disastro emozionale e reputazionale”.

I voti di Matteo Renzi (Italia Viva) hanno salvato la tenuta del governo, anche se lo stesso senatore ha sottolineato che i temi esposti dalle due mozioni di sfiducia sono veri. Il ministro Bonafede resta – dunque – in carica, anche se non convince né la destra né la sinistra. E speriamo che la stella polare a guida del suo operato sia davvero la Costituzione.

 

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Crediti foto: LaPresse