Attualità
Pedro Pascal: l’ultima icona di Hollywood
Pedro Pascal: l’ultima icona di Hollywood. Simbolo di uomo virile senza essere tossico, Pascal è l’ultimo sex symbol intergenerazionale. L’attore cileno-americano unisce l’essere star all’assenza di arroganza, l’essere virile all’assenza di machismo, la capacità di parlare dei suoi sentimenti e delle sue emozioni all’essere solido e protettivo. Incarna quindi le richieste delle donne occidentali di una nuova mascolinità, lontana tanto dall’androginia quanto dallo stereotipo del maschio alpha.

Pedro Pascal è una delle pochissime sorprese emerse nell’ultimo decennio a Hollywood. Sex symbol capace di mettere d’accordo nonne, mamme e nipoti, attore dalla lunga gavetta sempre sul pezzo sia che reciti in blockbuster, sia che reciti in serie tratte da videogiochi d’autore, personalità pubblica che difende le sue idee nonostante non siano più di moda a Hollywood (il suo impegno per i diritti LGBTQI+). Qualche maligno suggerisce che l’attore d’origine cilena sia troppo perfetto per essere vero, insinuando che la sua figura sia una creazione in vitro del marketing hollywoodiano. Quello su cui tutti concordano è che Pascal sia l’icona perfetta per lo spettatore dell’anno domini 2025, andiamo quindi a capire cosa rende unico Pedro.
Origini
Pedro Pascal è nato nel 1975 a Santiago del Cile, da un medico e una psicologa per l’infanzia. A causa della dittatura instaurata da Pinochet nel 1973 la sua famiglia emigra prima in Danimarca, e poi negli USA, stabilendosi in California. Dopo il diploma alla scuola d’arte nel 1993, si trasferisce a New York per frequentare l’università laureandosi nel 1997. Nel 2000 la madre Veronica Pascal si suicida, ed in suo onore l’attore prende il cognome materno al posto del paterno Balmaceda. Un’infanzia e una giovinezza non facili, segnate dall’attivismo politico dei genitori e dai problemi di salute mentale della madre.
La gavetta
Dal 1997 al 2013 Pascal fatica a trovare posto nel cinema. Piccoli ruoli in serie tv come Buffy e NYPD blue non gli garantiscono il necessario per vivere, e quindi il nostro si vede costretto ad arrotondare facendo il cameriere. Nelle interviste Pascal ricorda come in questi anni abbia più volte pensato di mollare la carriera d’attore, che sembrava non decollare più. La passione per il cinema e la determinazione ad inseguire i propri sogni, unite ad una naturale resilienza, lo hanno però portato a perseverare nella sua scelta, testardaggine che lo ha abbondantemente ripagato nel decennio successivo.
Il successo
Nel 2014 Pascal entra nel cast della quarta stagione dell’acclamata serie “Game of Thrones”, recitando il personaggio di Oberyn Martell. Da lì in poi è un susseguirsi di scelte azzeccate, dalla partecipazione a “Narcos”, passando per il film “The Great Wall”fino ad “Equalizer 2”. Pascal è particolarmente bravo ad unire l’aura di sex symbol ad una sottile auto-ironia per cui è evidente che non si ritenga la superstar che tutti vorrebbero che fosse, assomigliando in questo al più giovane Tymothée Chalamet, altro attore divenuto famoso per essere una star senza l’arroganza tipica del divo.
Dal successo al diventare icona
A trasformare Pascal da attore di successo ad icona però non sono in sè i ruoli che intepreta al cinema e nelle serie tv, è qualcosa di molto più complesso. Pedro infatti sembra capace di dare un volto, un linguaggio e un’estetica ad un nuovo modello di uomo, il maschio virile non tossico. Un modello di maschile cioè che non ha tratti e/o modi associati al femminile, ma che nel contempo rifugge le posture da maschio alfa, cioè l’arroganza, la mancanza d’empatia e la volontà di prevaricare sugli altri. Un modello di maschile di cui si sente il bisogno negli USA (e non solo) dopo le infinite guerre sul gender tipiche degli ultimi due decenni, e dopo che i media lanciano l’emergenza sociale della violenza di genere, fenomeno strutturale che solo negli ultimi anni ha ricevuto un’ampia ed allarmistica copertura dai media.
L’uomo che piace
Pascal sembra essere perfetto per questo ruolo. Non solo perché la sua carriera non è costellata dal solito codazzo di denunce per aggressione, comportamenti inappropriati nei cofronti delle fan e simili, ma soprattutto perché nelle interviste e nelle apparizioni pubbliche esprime liberamente i suoi sentimenti. Parla senza filtri del dolore causato dalla scomparsa della madre, dei suoi problemi a gestire l’ansia e la tristezza, dell’affetto che prova per la sua famiglia, a cui da buon latino è molto legato. E’ un uomo insomma capace di sondare e raccontare le proprie emozioni, di non vergognarsi di essere fragile, di non glissare sull’attaccamento che prova per le figure importanti della sua vita. E’ esattamente il tipo di maschile che molte donne vorrebbero, perché capace di coniugare protezione e dolcezza.
Il supporto alla sorella Lux
In questo quadro si inserisce il legame profondo con la sorella transgender Lux Pascal, che ha fatto coming out nel 2021. Questo legame lo ha portato ad essere particolarmente attivo sul fronte dei diritti LGBTQI+, cosa standard ad Hollywood fino al recentissimo cambio d’amministrazione degli USA. Adesso che il vento politico è cambiato e molte star fino all’altro ieri attivissime sul fronte LGBTQI+ non si esprimono più sulla questione oppure cambiano bandiera, l’attivismo di Pascal risalta per il saper coniugare battaglia sociale e coerenza nella vita privata.
Futuro
Difficile immaginare un futuro che non sia roseo per Pascal. Bravo a scegliersi i ruoli, stabile emotivamente ed affettivamente, capace di affascinare tre generazioni di spettatori (ma soprattutto di spettatrici), l’attore cileno-americano sembra fatto per essere una stella fissa nello star system hollywoodiano. L’unico difetto che sembra avere il nostro è che la sua storia è così iconica e commovente (la sofferenza, la gavetta, l’ascesa, il successo, l’amore per la famiglia) da sembrare la sceneggiatura di una favola sull’american dream. Ma forse proprio qui sta la sua unicità: essere la dimostrazione vivente che l’american dream è ancora possibile proprio quando nessuno ci crede più.