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Rubrica, DISCOTECHÈ. “Temeraria” di Lighea

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LIGHEA

 LIGHEA

Temeraria

 (Anteros/Edel, 2012)

Il coraggio di essere fedele a se stessa non è mai mancato a Lighea. Dopo il successo raccolto negli anni Novanta, il suo percorso artistico (e non solo) ha intrapreso una direzione ben precisa: esprimersi nella verità, senza artifici o maschere, semplicemente rispettando la propria essenza. Quando si raggiunge tale consapevolezza, non contano più le ribalte televisive, il rumore mediatico o le classifiche di vendita, ma è importante continuare a tracciare un solco con passione, sacrificio, tenacia. È un’incessante ricerca introspettiva, fatta di momenti esaltanti e altri meno, dove a poco a poco ci si spoglia di ogni orpello e sovrastruttura per tornare a essere “nudi” nell’anima. Appartenersi e appartenere al proprio sogno, non lasciandosi inquinare da tutto ciò che può allontanarci da questo.

A un certo punto, Lighea ha avvertito forte il bisogno di ritrovarsi, fermarsi, fare silenzio, respirare, sentirsi libera per poi riprendere il suo viaggio. Nel 2006, trascorsi svariati anni di mancata produzione, eccola ritornare alla musica con la pubblicazione di Tania, album che porta il suo vero nome e attraverso cui dice «grazie a questa vita meravigliosa che con le sue peripezie, al di là di tutte le difficoltà, mi ha portato a essere quella che sono e ha dato vita a queste mie canzoni».

Sei anni più tardi, nel 2012, arriva il secondo capitolo della nuova stagione musicale intitolato Temeraria che vede spiccare sulla copertina una bellissima immagine di Lighea sorridente. Come a formare un perfetto composé, le dieci canzoni – scritte per la maggior parte dalla stessa Tania insieme a Nazzareno Nazziconi – sono unite da un’ispirazione e un senso autentici, oltre che da una compattezza sonora moderna e incisiva data dagli ottimi arrangiamenti di Marco Contento. Spiccata è la profondità dei testi, sia che parlino di sentimenti, sia che si tratti di riflessioni, come nel caso di Un giorno qualunque, Senza garanzie e In un angolo oppure di episodi quali L’attesa, Mario è una rivoluzione e Le viole, singolo scelto per anticipare l’uscita del disco.

Da segnalare la presenza dell’intensa Miele e veleno, pubblicata solo in digitale nel 2009, dedicata al tema della violenza sulle donne, apripista dello spettacolo di teatro canzone Il cuore in bocca. Il passato è riletto in una veste sia acustica che interpretativa rinnovate nelle versioni inedite di Rivoglio la mia vita (Festival di Sanremo ‘95), Le cose che non riusciamo a terminare mai, di cui si innamorò follemente Vittorio Salvetti tanto da volerla eccezionalmente al Festivalbar ‘95 nella tappa ad Ascolti Piceno, e la più recente Ho.

La sensibilità è un valore distintivo della cantautrice marchigiana che ha da poco realizzato Goccia d’acqua, canzone nata in questo momento di emergenza planetaria e accompagnata dal video disponibile su YouTube, un invito alla responsabilità e all’impegno di ciascuno. In un ambiente popolato da tante pozzanghere di personaggi e personaggetti, la voce di un’artista come Lighea è una preziosa “goccia d’acqua trasparente” che ha il potere di dissetare e scavare nel profondo.

Discografia

  • 1994. Non siamo eroi (Carosello)
  • 1995. Lighea (Carosello / Polygram)
  • 1996. Impara a dire di no (RTI Music)
  • 1997. Principessa Sissi (Saban / RTI Music)
  • 2006. Tania (Anteros / DeltaDischi)
  • 2012. Temeraria (Anteros / Edel)

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