Seguici su

Mei/Indipendenti

Mei, Rubrica. #NEWMUSICTHURSDAY. The Monkey Weather festeggiano i dieci anni di carriera e un nuovo singolo

Pubblicato

il

Di Marta Scaccabarozzi

The Monkey Weather pubblicano domani “Matilda”, il nuovo singolo con il quale festeggiano i dieci anni di carriera. Con una sorpresa per tutti: la band piemontese dalle influenze brit canta per la prima volta in italiano! Ci siamo fatti raccontare tutto direttamente da loro.

The Monkey Weather. Dieci anni di carriera. Cosa è cambiato da quel viaggio in Inghilterra nel 2010, che vi ha visti nascere, ad oggi?

Che suonare da sbronzi non è sempre una buona idea, così come mandare messaggi prima di andare a dormire! Scherzi a parte abbiamo sicuramente imparato a dire qualche “no”, abbiamo imparato a dare valore a quello che facciamo cercando di mantenere umiltà e gentilezza, questa è stata sicuramente la cosa migliore che stiamo imparando a fare.

 

Domani sarà disponibile Matilda, il vostro nuovo singolo. Novità che è impossibile non notare: a questo giro cantate in italiano. Perché questa scelta?

Era il primo maggio, eravamo a casa di Kappa a grigliare e guardare il concertone, anno domini 2017, concluso il tour per “New Frontiers” commentavamo le varie esibizioni tirando le somme del nostro ultimo anno live. Non era andato tutto come speravamo, era stato il classico anno “difficile”. Forse e diciamo forse, complice qualche bicchiere di vino versato, saltò fuori con la classica “sfida” il “bugiardo se non lo fai”, quindi esordì così “sareste capaci di mantenere il sound dei Monkey ma con il cantato in italiano?” Si può rinunciare una sfida a una grigliata? Eccoci stimolati a dovere, questo deve fare un’etichetta, stimolare i propri musicisti!

Questo nome, Matilda, ci incuriosisce parecchio. Abbiamo sentito dire in giro che è “un’entità salvifica”…

Ci sono momenti dove la noia, propria o di chi ci sta accanto, diventa così assordante da perdere lucidità. È lì che provi con tutte le forze a venirne fuori, Matilda è quell’entità che rende tutto ciò più semplice, è quella scintilla d’amore che fa andare oltre i propri difetti di costruzione. Può essere una relazione che nasce o rinasce, l’arrivo di una figlia o di una figlio, la passione per uno sport che s’accende, un viaggio tanto desiderato. Sicuramente Matilda ti dà la scossa, ti impone un movimento, sta a te decidere dove farti portare e sfruttarlo al massimo.

 

Giovedì 16 luglio presenterete il brano dal vivo al Black&Tube Festival di Varese, per l’occasione in versione acustica, e, dettaglio non trascurabile, in apertura a Omar Pedrini. Quanto siete carichi e cosa dovrà aspettarsi il vostro pubblico?

Abbiamo conosciuto Omar due anni fa in occasione di una raccolta fondi per i bambini ipovedenti della fondazione Hollman di Cannero (VB) è stato bello festeggiare con noi il successo della nostra campagna andata a buon fine. Da lì la promessa di condividere ancora un palco quando ce ne fosse stata l’occasione giusta, quale occasione migliore se non quella di presentare la nostra prima canzone in italiano con chi ha contribuito al successo di un genere nella nostra terra? Per questo siamo carichissimi e abbiamo preparato una selezione antologica di due canzoni per ogni nostro disco riarrangiate acustiche, ma non immaginatevi un unplugged stile MTV, ma un live energico anche se suonato con strumenti acustici. Suoneremo ovviamente Matilda e una cover di una canzone italiana, il cui titolo è perfettamente a tema con il percorso fatto in studio, ma che vi lasciamo come sorpresa.

 

In passato avete condiviso il palco con Kasabian, Twenty One Pilots, Skunk Anansie. C’è qualche aneddoto divertente da raccontare e che non dimenticherete mai?

È tristemente d’attualità il caso di Tom Meighan, siamo rimasti molto colpiti, avendolo conosciuto non ci capacitiamo dell’accaduto, lui e tutti i Kasabian sono stati fantastici con noi, ci hanno supportato umanamente e sui loro social, è stata un’esperienza unica, soprattutto nel backstage di Ferrara impazzava la festa di compleanno del padre di Tom, sono degli allegri inglesi sbronzoni! Con gli Skunk Anansie ci siamo incrociati due volte, prima al Sziget, suonavamo gli stessi giorni, ma su palchi molto differenti e poi ci siamo rivisti a Gallipoli qualche settimana dopo. Ricordiamo anche loro gentilissimi e super compagnoni, in particolare Mark Richardson ha preso in simpatia il nostro Miky e vederli parlare di batteria uno a fianco all’altro faceva impressione, Miky è grande quanto un braccio di Mark (ex rugbista), ma hanno tutti e due un cuore gigante! Skin invece ci parlava in un inglese velocissimo a una frequenza altissima, onestamente non abbiamo capito nulla di quello che ci ha detto ahahahahahahah! Con i Twenty One Pilots è stato incredibile vedere la fila di ragazzi intorno all’Alcatraz già dal pomeriggio prestissimo, hanno una fan base veramente molto attiva e gentile, hanno cantato e ballato le nostre canzoni anche senza conoscerne una, momenti indimenticabili. Qualcuno durante il loro concerto è pure svenuto e ce lo siamo ritrovato nel backstage, ancora però non sappiamo che fine abbiano fatto le nostre pizze, sparite prima che potessimo agguantarle, ne è comunque valsa la pena!

 

Sappiamo che avete lavorato a lungo al nuovo disco con il produttore Federico Carillo. Cosa potete anticiparci di questo progetto?

Federico è una persona molto calma, qualità che a noi manca tantissimo. Ha cercato fin dal primo minuto di farci evolvere per avere un sound credibile nel 2020, ricercando quei dettagli che fanno la differenza. Ha cercato i nostri punti deboli per migliorarli, quando si è presi sul vivo ci vuole un lavoro di lacrime e sudore, ma ha decisamente pagato e sicuramente ci soddisferà anche riascoltandolo tra tanti anni.

Leggi QUI l’articolo originale sul sito del MEI.

Clicca qui per seguire OA PLUS su INSTAGRAM

Clicca qui per mettere “Mi piace” alla PAGINA OA PLUS

Clicca qui per iscriverti al GRUPPO OA PLUS