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Rubrica. FLASHLIGHT. Ibiza versus Romagna.

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Di Old Man Say

Negli ultimi dieci o quindici anni molto spesso ho ascoltato l’assioma “Riviera Romagnola versus Ibiza”. Addetti ai lavori ed imprenditori hanno ripetuto questo mantra allo sfinimento: “loro hanno imparato da noi, noi eravamo i più bravi ma poi…”

Mai sono stato d’ accordo; mai, negli ultimi anni, c’è stata gara.

Da noi e’ venuta meno la ricerca della novità; il genio e l’intraprendenza degli anni ’90 hanno lasciato il posto alla banalità. Sparita la competenza artistica, pochi gli investimenti legati al futuro, meno le visioni a medio e lungo termine; le istituzioni e la politica a livello regionale ed italiano hanno più ostacolato che agevolato il mondo della notte, spesso arrivando a criminalizzarlo. Da qui la debacle.

il Pacha in una foto del 1973, anno dell’apertura.

Il Covid-19 sembra però ora aver azzerato ogni gap.

Tutti, dopo un stop forzato di mesi, saranno costretti a ripartire dal classico “dove eravamo rimasti”?. Una grande parte delle attività economiche dell’ isola spagnola sono legate strettamente al turismo così come quelle della riviera romagnola. Discoteche, ristoranti, beach-club e centinaia di altre tipologie di aziende che vivono e prosperano grazie agli arrivi sia di un turismo nazionale che internazionale.

In molti settori Ibiza gioca il ruolo indiscusso dell’ outsider a partire da un aeroporto che con oltre centocinquanta arrivi giornalieri ed oltre seimila voli privati a stagione surclassa il “Federico Fellini” che deve appoggiarsi alla vicina Bologna, distante però un centinaio di chilometri (lo scalo riminese, un fallimento che mai una “capitale” come Rimini avrebbe meritato).

Una stagione molto più lunga, che per l’isola delle Baleari rispetto a quella italiana, termina verso la metà di ottobre e prende vita dalla settimana precedente la Pasqua, la “Semana Santa” tradizionalmente un “ponte” infinito per tutti gli spagnoli.

Quest’ anno però la “Romagna” sarebbe arrivata all’appuntamento con l’ estate 2020 con altre ambizioni; il ritorno del Cocoricò, in questa nuova stagione semplicemente “Cocco“, che avrebbe riaperto i battenti da Pasqua sotto la direzione / proprietà di Enrico Galli, già titolare di Altromondo Studios e del Rimini Beach Arena, con un calendario di grande livello, “Villa delle Rose” e “Peter Pan” sempre in auge, lo storico Prince ribattezzato “Musica” risorto dopo anni di inattività se non per pochi eventi o one-night, grazie ad una cordata capitanata dal gruppo Cipriani, brand mondiale nella ristorazione di lusso e Tito Pinton storico A.d. della nightlife veneta.

I “rumors” su eventi, la presenza di grandi dj’s e di format di party di grande rilievo, in parte già confermati, si sprecavano. Queste nuove realtà avrebbero potuto contrapporsi all egemonia dei famosi clubs Ibizenchi come Pacha, Hi o Ushuaia, all’ avanzare del successo della vicina Croazia e della sempre fortissima Mykonos.

Solumun+1 al Pacha Ibiza.

Fino a giugno, metà o fine mese, non ci saranno turisti ad Ibiza. Le compagnie aeree non saranno operative, se non in rari casi. Di questa mattina però la notizia che Lufthansa, Eurowings e Swiss riprenderanno a volare nelle prime settimane di giugno su diverse tratte Germania-Spagna (fonte Periodico de Ibiza y Formentera ndr) mentre Ryanair, compagnia massicciamente presente sull’isola, dal 1 luglio, darà di nuovo la possibilità di acquistare un volo. Al momento si è addirittura parlato di una quarantena di quattordici giorni in entrata nell’isola, (però smentita e concepita solo per residenti che rientrano dall’estero) regola che, se applicata al turismo, di fatto azzererebbe la possibilità concreta di una vacanza. (Utile però ricordare che le normative pubblicate hanno spesso valore per non più di un paio di giorni per venire poi sostituite da altre, sovente più blande, grazie ad un graduale affievolirsi dell’ epidemia).

Le istituzioni e Francina Armengol, presidente del Governo delle Isole Baleari, stanno cercando di facilitare l’entrata di turisti da Germania, Italia e da altri paesi europei ma tutto è fluido e suscettibile a cambiamenti  continui anche per pressioni politiche legate all’economia. Per ora l’unica “risorsa” certa per entrambe pare possa essere quella di un turismo nazionale ma con una sostanziale differenza. Ad una riviera romagnola facilmente raggiungibile dall’entroterra da centinaia di migliaia di potenziali fruitori dalla regione stessa si contrappone il rebus aeroporto / volo che per un’ isola rimane problematico e di più complessa soluzione.

Iago Negueruela -consigliere insulare al turismo, impiego ed economia- ha già annunciato che non ci saranno turisti inglesi ad Ibiza quest’ estate: misure di contenimento tardivo dell’epidemia da parte del Regno Unito ed una quarantena più blanda potrebbero mettere a rischio l’ isola che ricordiamo fortunatamente ha avuto pochi contagi e decessi.

L’aspetto economico ora: molti proprietari ed affittuari di attività turistiche come bar e ristoranti della zona del porto (molti gli italiani) vedono avvicinarsi lo spettro del fallimento o quantomeno di una stagione disastrosa, se il turismo internazionale non potrà raggiungere l’isola. Oltre ad un circa 70% dei residenti che vive direttamente o indirettamente di turismo si devono aggiungere migliaia di stagionali, anche in questo caso molti italiani, che si trasferiscono per sei o sette mesi per la fare la famosa “temporada”, la stagione. Un vero “mondo parallelo” fatto di cuochi, camerieri, artisti, promoters, concierge, noleggiatori di auto e moto che fa sì che tutti i servizi legati al turismo possano essere soddisfatti.

Un party all’Ushuaia.

Le maxi-discoteche quasi certamente non apriranno ma mentre per i grossi gruppi alberghieri, della nightlife e turistici (basti pensare che solo il Gruppo Mambo conta più di una decina di attività fra sunset-bar, hotel, chiringuitos e ristoranti, e così pure Nassau e Blue Marlin) le speranze di sopravvivenza sono concrete sia per il fatto di poter diversificare l’ offerta sia perchè spesso hanno beneficiato di buoni introiti negli anni passati; apriranno quindi qualcuna fra le diverse  attività che hanno nei loro “cataloghi”

Jockey Club Salinas

Yemanjà, Jockey Club Salinas, IT, Bambuddha e Trattoria del Mar sono già tornati al lavoro o si stanno preparando a ripartire. Al contrario le aspettative dei piccoli imprenditori, dei “new comer” (chi ha all’attivo solo una o due stagioni sull’isola. ndr), costretti spesso a pagare affitti altissimi, saranno esili.

 

Forse un destino meno duro lo si può a questo punto prospettare per la realtà italiana meno legata o perlomeno non così  strettamente dipendente dal traffico aereo.Sono appena state definite le norme che regoleranno la ristorazione e la vita in spiaggia. Qualcuna complessa e legata al distanziamento sociale, al consumo dei pasti, con prenotazione e pagamenti anticipati e che include anche la presenza di steward in veste di assistenti ed accompagnatori. Saranno differenti le possibilità di praticare sport ed un occhio attento verrà riservato alla cura dell’ igiene degli spazi  comuni e di tutte le attrezzature utilizzate durante la giornata trascorsa in spiaggia.

Assisteremo ad un’ estate sotto tono, vietati al momento gli happy-hour, gli aperitivi con buffet, la possibilità di ballare, gli eventi musicali di qualsiasi genere con la sola eccezione di una finestra, quella del proporre musica d’ ascolto, un atmosfera soft, certamente più rilassata che non porti al ballo. Un termine quello dell’“ascolto” ancora tutto da interpretare… grazie alle proposte di un dj o di un artista dal vivo o soltanto tramite diffusione?

Se Atene piange Sparta non ride insomma; le discoteche non potranno regalarci i bagni di folla, il divertimento di massa ed i set-live delle star della consolle, ne qui ne in Spagna. Qualcuna percorrerà strade differenti, reinventandosi, senza la certezza però di incontrare il favore di un pubblico ora alquanto smarrito. Lounge-club con tavoli distanziati e su prenotazioni, servizi personalizzati; forse trionferà ancora di più l’individualismo di persone sole con un cellulare nella mano (a questo eravamo già anche troppo abituati) e con una mascherina sul viso?.

Al momento non possiamo saperlo ma, aldilà delle difficoltà e diffidenze iniziali, questo post-lockdown potrebbe far rinascere qualche nuovo ed interessante prodotto sia in versione “on the beach” che invernale.

Una tipologia di Lounge o beach-club al quale posso fare riferimento è il marchio Buddha Bar. Club iconici, presenti nelle città più affascinanti del mondo ma anche sulle spiagge di Mykonos o Creta, dove al primo posto è sempre stata messa la qualità di un percorso musicale mai scontato, non legato al ballo ed ai mood commerciali del momento bensì alle atmosfere, al piacere di una cena ricercata, ad una convivialità elegante che però non arriva alla pressione in fatto di presenze della classica discoteca.

Il logo di Musica, nuovo club che nascera’ sulle colline di Riccione da un idea di Tito Pinton e Giuseppe Cipriani.

Alcuni professionisti del settore che abbiamo contattato hanno già sviluppato qualche soluzione. 

La Terrazza Lounge di Oro Bianco a Cesenatico.

Oro Bianco e Torrice Bistrot di Cesenatico ha creato spazi privè nel suo dehor ed una nuova sistemazione nella sala interna che però, in versione estiva, si trasforma in un  lounge-open bar. Giacomo Nolo da tanti anni titolare dello storico punto d’ incontro della riviera ha poi creato “Ambrogio”, un servizio dedicato a cene private, delivery per aperitivi, vini e champagne a domicilio oltre a menù creati appositamente per la tipologia dell’evento richiesto.

Il Vistamare di Milano Marittima.

Massimo Natali per i suoi due locali il Vistamare Beach & Suites, hotel suggestivo con piscina sul mare di acqua salata, sontuosi king-bed, servizio fin sulla spiaggia, sound con d.j. direttamente da Ibiza ed un piacevole ristorante ove trascorrere giornate in relax guardando il mare ed Cafe’ della Rotonda, “vetrina chic” nella centralissima Milano Marittima ha pensato ad un servizio ad hoc, spazi riservati alla clientela, un servizio delivery anche di Sushi e poi parcheggio riservato  il tutto unito alla ormai tradizionale ospitalità romagnola.

Vistamare Beach & Suites.

Rimanendo in zona mare, ma facendo un salto in spiaggia e cambiando località, incontriamo  Domenico Regini, titolare del Donna Rosa 38 di Marina di Ravenna, stabilimento balneare conosciuto oltre che per la qualità delle sue proposte culinarie per i frequentatissimi party del martedì sera capitanati dai dj’s Robert-eno e Mitch B. e per gli aperitivi musicali del  week-end. Domenico ci ha anticipato che già sono al lavoro e stanno approntando tutte le modifiche del caso, sia per le differenti zone del ristorante che per gli spazi dedicati al servizio bar e spiaggia; zone riservate oltre all’ampliamento delle aree dedicate ad ombrelloni e lettini rispettando tutti i nuovi protocolli. La fortuna di avere una spiaggia ampia, almeno in questo caso, aiuterà molto.

Il Donna Rosa di Marina di Ravenna.

Gli imprenditori romagnoli sono riusciti a “vendere” per decenni uno dei mari meno affascinanti del globo a differenza di Ibiza, un isola che regala acque cristalline, scenari e tramonti sicuramente più emozionanti, grazie ad idee, ospitalità ed ottima cucina.

Hanno rubato spunti e format in altre parti del mondo e li hanno perfezionati ad hoc per la propria clientela. Hanno vinto grazie alla simpatia, al sorriso, mettendoci sempre il cuore e siamo perciò certi che anche questa volta ce la faranno e riusciranno ad uscirne vincitori.

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Crediti foto: LaPresse