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Fedez: il rap di lotta e di (consulenza alla) finanza

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FEDEZ

Fedez è il primo rapper in Italia a diventare consulente finanziario, doppio ruolo che per i colleghi USA non è così raro… che sia il primo di una futura moltitudine?

Partiamo dai fatti: Fedez (al secolo Federico Leonardo Lucia) ha fondato la società DOOM – Dream Of Ordinary Madness – distaccandola dalla sua precedente società, la ZDF. La ZDF controlla tutto ciò che riguarda l’universo Fedez, dalle edizioni musicali, alle apparizioni televisive fino alle sponsorizzate con i brand d’accessori e vestiti, mentre la neonata DOOM si occuperà solo di un’attività: consulenza digitale alle banche. Questo l’estremo riassunto dei fatti, passiamo quindi all’interessante: perché una banca dovrebbe pagare un rapper come consulente?

È una domanda che apre universi, e mostra come il rap (e la trap) non siano meri stili (o stilemi) musicali né semplici fenomeni di costume… Sono avanguardie di nuovi modelli marketing e modi di pensare il rapporto investimento-realizzazione progetto, e il mondo banche-finanza non sbaglia a cercare con il t/rap un rapporto di collaborazione diretta invece che di semplice imitazione di linguaggi e utilizzo dei social.

Cosa intendiamo quando parliamo di innovazione economica del mondo t/rap che può interessare banche e finanza? Pensiamo al modello delle basi tipico della Trap: migliaia di producer che tramite un perenne scavo condotto su Youtube modificano all’infinito pezzi pre-esistenti tramite software a bassissimo costo, rivendendo il prodotto rielaborato a prezzi stracciati ai trapper, oppure rivendendoseli fra di loro (ad esempio un producer con poco nome ad uno già affermato, che a sua volta lo rivende ad un producer più grosso o ad un trapper) maggiorando ad ogni passaggio il prezzo della base.

Un mercato fondato su semplici ma non affatto scontati presupposti:

  1. Tantissimi produttori di materia prima (le basi) a costo nullo
  2. Estrema facilità di produzione e diffusione della materia prima
  3. Tantissimi compratori (i trapper) con possibilità di spesa molto limitata ma interessati ad acquistare il materiale dei producer per rifinirlo con i propri versi/barre
  4. Il valore economico praticamente nullo delle basi non viene determinato dal costo di produzione, dalla qualità musicale delle stesse o dai diritti del campionamento del pezzo originale (che non paga nessuno), ma unicamente dal nome del producer.
  5. Il valore del nome del producer è determinato da che posto occupa nel T/Rap Game nazionale e/o internazionale, posto che gli viene assegnato a seconda delle basi prodotte che hanno raggiunto il successo.
  6. Le basi hanno raggiunto il successo perché rifinite e pompate da trapper con ampia visibilità sui social (pensiamo a Charlie Charles con Sfera Ebbasta, Sick Luke con la Dark Polo Gang o Ava con Capo Plaza). Ma gli stessi trapper hanno raggiunto tale visibilità grazie alle basi dei producer, in un rapporto in cui le due entità sono simili a due aziende in partnership, dove ognuna guadagna di valore all’aumentare del valore dell’altra pur rimanendo distinte e non vincolate da alcuna esclusiva.

Questo modello sembra perfetto per innovare le proposte di banche e fondi d’investimento ai giovani, che hanno poca pecunia da investire ma sono moltissimi, e spinti dai testi t/rap sognano di fare soldi con i social, velocemente e senza legarsi ad un lavoro fisso. Sì, in poche parole stiamo dicendo proprio questo: a nostro avviso, dietro a tutta la retorica sull’innovazione e l’imprenditoria giovanile, il ruolo di Fedez sarà quello di suggerire a banche e finanza come e (in misura minore) cosa proporre ai giovanissimi per convincerli ad affidare soldi ad istituzioni sentite come vecchie e superate.

Istituzioni in crisi perenne di liquidità e quindi molto interessate ad ampliare il bacino di clienti dai quali attingere cash per far quadrare i conti o azzardare nuovi investimenti… Se letti in quest’ottica, i 6 punti descritti sopra sul mercato delle basi assumono una nuova luce: diventano pratiche giovanili diffuse da ricalcare cambiando la destinazione dei microinvestimenti dalle basi ai prodotti bancari/finanziari. Dopottutto per metà del rap e per quasi tutta la trap la musica è sempre stato un semplice mezzo, dato che il fine è arricchirsi. Farlo comprando futures invece che basi cambia qualcosa? Secondo Fedez e i suoi investitori evidentemente no.

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