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Vendemmia record: preoccupano le vendite dei vini

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La Vendemmia del Barbera nel Canavese

Arriva la vendemmia record nell’anno più infausto per il vino. A una scorta complessiva di vino nella Cantina Italia già abbondante (38,5 milioni di ettolitri, scorta cresciuta del 60% in soli cinque anni) andranno presto ad aggiungersi i 47,2 milioni di ettolitri prodotti dalle uve raccolte quest’anno. Nonostante un -1% rispetto ad anno scorso, la vendemmia italiana, di qualità ed abbondante, offre al nostro Paese il primato mondiale nella produzione (dopo di noi Francia e Spagna, con rispettivamente 45 e 42 milioni di ettolitri e una produzione in crescita rispetto ad anno scorso).

Poche regioni molto produttive

Due giorni fa Assoenologi, Ismes e Uiv hanno presentato alcune proiezioni per la vendemmia in corso. Mentre per il Nord-Italia la produzione aumenterà, rallenterà lievemente il Centro (Toscana in primis), con un -2%, mentre al Sud la diminuzione nel prodotto sarà più vistosa (-7%). Si assisterà a una situazione per la quale i 2/3 della produzione sarà frutto di sole 4 regioni: Veneto (prima regione in Italia per produzione), Emilia-Romagna, Abruzzo e Puglia (nonostante la flessione del 5%), e mentre il presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella si dice preoccupato per la qualità dei vini dell’annata 2020, Ernesto Abbona, presidente Uiv sostiene che «La qualità delle uve è diffusa, con diverse punte di eccellenza. C’è la qualità che serve a sostenere la ripresa dei mercati».

Domanda-offerta

Ma senza domanda una grande offerta creerà solo crisi.  Quest’anno, con le chiusure di bar, ristoranti ed hotel, per il mercato vinicolo, che ha perso già nell’export un 4% nei primi 5 mesi dell’anno (i più duri, bisogna ammetterlo), si preavvisa una battuta d’arresto, e già vengono alla luce nuove proposte d’impiego del vino in eccesso, come quella di distillarlo e utilizzare l’alcol etilico per la produzione di disinfettanti.

Le idee per ripartire

Ne aveva già parlato nel 2011 l’allora ministro Giancarlo Galan, ma oggi più che mai la richiesta di alcool etilico è alta e l’idea di produrre disinfettante dal vino non appare così balzana. E Parigi ha già stanziato per la distillazione di crisi 170 milioni che sono stati tutti impiegati.

Per ora lo Stato italiano ha ideato due tipologie di aiuti per i coltivatori: la distillazione del vino comune e la riduzione volontaria del raccolto in cambio di sussidi, stanziando fondi per 50 milioni per la distillazione, di cui ne sono stati utilizzati solamente 14 per ora – complice l’alto prezzo dei vini che invece di scendere sale. Neanche la riduzione volontaria ha raggiunto il risultato sperato, ma la ministra Teresa Bellanova ha promesso che i fondi inutilizzati verranno resi disponibili anno prossimo, illustrando anche la possibilità per i ristoratori di ricevere 5.000 euro a fondo perduto per comprare Made in Italy.

 

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Crediti Foto: LaPresse